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UN GRANDE APPLAUSO A MARCO MENGONI

Marco Mengoni merita tutto il successo che ha ottenuto e sta ottenendo, perché da sua fans prima ancora che da giornalista ho sempre visto in lui buona educazione, gentilezza e semplicità.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Roma in piazza del Popolo giovedì 7 ottobre di qualche anno fa durante un flash mob che lo vedeva protagonista insieme alla bellissima Lorella Cuccarini. A Marco la popolarità non lo ha trasformato rendendolo un egoista, anzi, il suo essersi inginocchiato davanti ai suoi fans dopo la sua vittoria è la prova tangibile del suo essere un uomo speciale. Su Twitter ha 1,8 Mln di follower e da poche ore si può ammirare attraverso il suo profilo social anche una sua incantevole foto nella quale traspare il suo grande amore per il Festival di Sanremo. Moro, affascinante, intrigante, ha fatto sempre canzoni dal ritmo accattivante.

Marco Mengoni è il vincitore indiscusso di quest’edizione di Sanremo 2023. Sul palco è riuscito ad infuocare l’Ariston sia per la sua presenza scenica sia per il suo brano altamente apprezzato. Il pezzo parla della complicata e intrecciata vita a due, narrata attraverso un susseguirsi di episodi di vita quotidiana di coppia. “Due vite” è un invito a vivere intensamente ogni attimo, compresi quelli di apparente monotonia, come se fosse l’ultimo. È un racconto che ha due piani di lettura: uno onirico e ricco di simboli legati all’inconscio, che si mescola a scene autobiografiche e realistiche. Un invito ad affrontare la vita con onestà, senza rimorsi e senza pensare a cosa si dovrebbe o si potrebbe essere, ad accettare anche gli errori come momenti di crescita. In questi giorni intensi e ricchi di emozioni, Marco Mengoni ha incantato il suo adorato pubblico con una nuova canzone, o meglio una ballata che gli ha permesso di sfruttare nel migliore dei modi la sua voce potente e dalle mille sfumature.

L’amore è stato spesso al centro dei brani di Mengoni, passando da un amore più passionale, provocatorio a quello più romantico e intenso.

Due Vite parla della coppia che si basta, di due persone che non hanno bisogno di altro se non l’una dell’altra, e il resto del mondo fuori.
Mi sovvenziono queste due note citazioni che trovo indicate in questo contesto

“Siate affamati. Siate folli” di Steve Jobs, durante il suo discorso all’Università di Stanford. E “Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà” di Antoine-Marie Roger de Saint-Exupery.

Marco Mengoni ha saputo coniugare con dedizione talento e vita pubblica dando ai giovani un ottimo esempio.

“La canzone ‘Due vite’ parla di una bellissima e infinita relazione che si dà un sacco di schiaffi e di botte perché è quella tra la vita reale e quella che viviamo nei sogni.

È scientificamente provato che la notte si accenda la nostra parte più emotiva ed escono fuori mostri e paure recondite.

Di giorno, invece, la nostra mente che è una macchina perfetta riesce a mettere da parte paure e lacerazioni per non farci soffrire.

Io nella notte ritrovo tutta la verità e ultimamente ci sto facendo molto caso. Poi la mia terapista è molto brava e cerchiamo di analizzare i sogni in ogni minimo dettaglio”.

Il testo della canzone

Siamo i soli svegli in tutto l’universo
E non conosco ancora bene il tuo deserto
Forse è in un posto del mio cuore dove il sole è sempre spento
Dove a volte ti perdo, ma se voglio ti prendo
Siamo fermi in un tempo così, che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui, siamo i mostri e le fate
Dovrei telefonarti, dirti le cose che sento
Ma ho finito le scuse e non ho più difese

Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota chе sembra la nostra
Il caffè col limone contro l’hangover, sеmbri una foto mossa
E ci siamo fottuti ancora una notte fuori un locale
E meno male

Se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
E tu non dormi
E dove sarai? Dove vai quando la vita poi esagera
Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita
Tanto lo so che tu non dormi, dormi, dormi, dormi, dormi mai
Che giri fanno due vite

Siamo i soli svegli in tutto l’universo
A gridare un po’ di rabbia sopra un tetto
Che nessuno si sente così
Che nessuno li guarda più i film
I fiori nella tua camera
La mia maglia metallica

Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota che sembra la nostra
Persi tra le persone, quante parole senza mai una risposta
E ci siamo fottuti ancora una notte fuori un locale
E meno male

 

Ilaria Solazzo

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